[Barceloneta]
Perché avere un blog? Non lo so. Eppure lo so. Devo capire. Io sento di voler parlare con tutti in un abbraccio universale. Tutti coloro che mi hanno conosciuto nella mia vita e coloro che non mi conoscono ancora. Tutti coloro che vogliono sapere ancora di me o intorno a me e possono contattarmi attraverso la rete delle reti, ovunque essi siano.
Ero in Iran. A Mobarakeh. Un piccolo paesino di agricoltori sull’altopiano a 1900 metri, al centro dello stato persico. 400 chilometri a sud di Teheran e 60 da Esfahan (la città giardino, vecchia capitale dell’Iran). Era il 1991, vi ho lavorato per circa 2 anni. Avevo conosciuto il fotografo del villaggio. Un ragazzo sposato, la cui moglie non ho mai conosciuto, perché in Iran non è possibile una cosa del genere. A parte il rapporto cliente fornitore, si usciva spesso insieme. Mi portava con lui per farmi conoscere luoghi e persone. Una volta per segno di stima mi prese la mano mentre camminavamo. Io gliel’ho sfilata. Al suo terzo tentativo, gli ho detto che per noi occidentali non era naturale, tra uomini, camminare tenendosi per mano. Al più, viste le mie origini del centro Italia, potevo prestargli il braccio. Quando andai via da quel posto, non vedevo l’ora di lasciarli. Di tornare a ciò che pensavo fosse la civiltà, per poi ricredermi molto presto e rimpiangere quella “genuinità”! Ma avevo un cruccio. Non avrei più rivisto i miei amici iraniani e il mio amico fotografo. Prima di partire, nel momento consapevole dell’addio, gli regalai la mia cravatta. Ancora oggi, c’è qualcuno che torna dopo un periodo di lavoro da quelle parti. Si tratta per lo più di genovesi che non conosco. Io sono fuori da quell’ambiente da più di 7 anni. Ebbene, questi tecnici genovesi fanno di tutto per cercarmi attraverso vecchi colleghi in comune. Per dirmi che hanno conosciuto un fotografo a Mobarakeh il quale, scoprendo di trattare con italiani, chiede loro: “Conoscete Sabatino? Mandategli i miei saluti”. Come se in Italia ci conoscessimo tutti, tra quelli che lavorano nella sua acciaieria. E questo mi riempie il cuore. Non poteva lasciarmi il suo indirizzo e non poteva ricevere posta, non aggiungo altro per rispetto a quella gente. Chissà se attraverso internet riuscirà un giorno a leggere il mio blog e a contattarmi. Ecco. Questo è uno dei grandi motivi per cui scrivo in questo spazio e perdo del tempo “prezioso”!
Commento Uno
Nessuno può avere un motivo migliore di questo! Direi che è tempo investito bene. Se puoi, continua
Commento Due
Quanta cura e rispetto metterò nel sfogliare le pagine del tuo diario. Perché è tuo e anche se lo hai aperto non devo scarabocchiarlo! Quanta attenzione metterò nel leggere le parole, perché so che nascondano un impulso vitale. Ogni parola ha un peso .
