[Padrone il vento, una cima di corda di una barca di Zut, l’isola croata]
Conoscendo la mia passione fotografica, un amico mi ha invitato a partecipare ad un concorso fotografico della Canon. Dopo 30 anni di hobby fotografico ho deciso di partecipare al mio primo concorso, e forse ultimo (non mi piace competere per una passione).
Si tratta di inviare una foto (fatto!), essere accettati (fatto!), essere sottoposti alla prima votazione on line da parte del pubblico (fatto!), essere sottoposti al giudizio successivo (per i primi 10) di esperti fotografi nominati da Canon. I vincitori di ciascuna delle 4 categorie parteciperanno all’Incarico di Canon, un servizio fotografico in Europa che sarà filmato e proposto dalle televisioni europee.
Questa notte sono stati resi noti i primi 10 per ciascuna categoria.
Per la sezione Macro, per l’Italia, è stata scelta anche la mia fotografia, qui esposta. Ora attendo il giudizio di Canon.
Durante il periodo delle votazioni del pubblico, ricevo questo messaggio da una collega canottiere:
“Ciao Saba! mi ha girato la tua mail Giovanni, il tuo capo canottiera. Non sono andata per votare te direttamente, sono andata a guardare le foto e poi se mi piaceva, votare. Devo dire che ci sono foto molto molto belle, altre assolutamente scontate (di quelle che magari dicono qualcosa al fotografo ma non agli altri). La tua mi ha detto qualcosa, mi è piaciuto il movimento, l’attimo, come l’hai colto “al volo”, il nodo che vola, il vento… la foto dice tanto! E visto che la tematica (il mare) è tra le mie preferite, l’ho votata! saluti, ci vediamo sul pontile!”
Dopo averla ringraziata, Marina, la mia collega canottiera che ancora non conosco, mi sorprende in questo modo:
“Di niente :-) anzi, aggiungerei che, per un attimo, sono stata fuori dall’ufficio e lì su quella barca, ho sentito anch’io il vento in faccia! Nella tua foto ho trovato: le pietre, l’odore del sole, la mano del pescatore, la pelle rugosa di calli di chi lavora, lo sguardo che sul mare riposa, il vento che non riposa, gli occhi che di luce affogano, la luce che più occhi non trova, la sicurezza di una fune e il rifiuto di quella sicurezza, la forza di un legame e il legame che si spezza, chi il legame non lo vuole perché la vita non si lega, perché alla barca il porto gli sta stretto e il vento bisogna prenderlo di petto. Il tempo che logora la pelle, ma c’è chi nasce con la pelle secca. L’anima di chi non si lascia logorare dal tempo. Il sale che guarisce, come il tempo, ogni cicatrice… buona giornata!”
Le sono ancora più grato e sono colpite da quelle bellissime parole. Le rispondo:
“Che meraviglia, che sorpresa, una grande sorpresa. Sono appassionato di foto da tantissimo, guardo il mondo e cerco i dettagli, vorrei fermarli tutti, i miei obiettivi sono i miei occhi, ho tante fotografie che riproducono situazioni e stati d’animo, è stato difficile per me scegliere una foto per partecipare a un evento quale quello della Canon. Non ho mai partecipato ad alcun concorso perché’ lo ritengo inutile, una giuria di uomini che giudica. E’ tutto soggettivo, tutto vanità, ma questa volta il mio amico mi ha sfidato ed io ci ho provato senza convinzione. E’ stato difficile scegliere, perché’ le mie immagini sono tutti figlie dei miei sentimenti. Allora ho deciso per quella cima di fune perché’ rappresenta un momento felice della mia vita e perché’ ci sono gli elementi naturali che adoro e per cui vivo: aria, luce, cielo, mare, sale, vento. Con le tue parole di approvazione, in questa sorprendente email, io ho raggiunto uno degli scopi più’ significativi, quello di farti sorgere le emozioni di cui mi hai parlato, in un momento della giornata, di una giornata che deve essere necessariamente di routine (lavoro per procurarci il “da vivere”), quello di farti ritrovare con la mente e col cuore dove tu desideri, quello di farti “ascoltare” le mie emozioni. Grazie Marina!”
Commento Uno
Che amiche poetiche che hai! A me sembrava solo un nodo…
Che amiche poetiche che hai! A me sembrava solo un nodo…
