[Petali]
Avevo 5 anni. Non volevo farmi tagliare i capelli. I miei non riuscivano a portarmi dal barbiere. E così fu lui a venire da me, a casa mia! Scappavo dappertutto, mi infilai terrorizzato sotto il lettone di mamma e papà. Mi spiaccicai sul pavimento, alla testa del letto, al centro. Ma le loro braccia erano più lunghe della metà del letto. Mi presero e quel signore col camice bianco me li tagliò. I miei capelli. Piangevo singhiozzando e mangiando capelli. Da allora i miei si accorsero di una leggerissima balbuzie. Molto lieve, ma che ha condizionato positivamente il mio carattere. La mia mente è stata sempre in fervore, sempre effervescente e attenta, per poter superare momenti di ansia e di panico. Per prendere tempo, parole e frasi alternative che non dovessero farmi indugiare e balbettare. Sono stato anche Ufficiale dell’esercito e nessuno se ne accorse, neanche io… Non voglio qui parlare degli aspetti psicologici e sociologici.
Voglio invece dire quanto ognuno di noi debba mettersi in discussione ogni giorno, quasi ogni ora. Ho sempre accettato proposte di collaborazione e di consulenza che potevano non sembrare alla mia portata. Mi sono documentato, ho studiato per il caso immediato e ho superato il terrore di propormi al pubblico. Ho dato sempre l’impressione di essere quello che sono, un uomo sicuro di sé e rassicurante, anche quando la situazione era tesa.
Qualche anno fa mi fu proposto di insegnare. Io non lo avevo mai fatto se non all’interno delle aziende per cui lavoravo e lavoro. Quella prima volta fu un incarico particolare. Detenuti con condanne definitive, inseriti in programmi di riabilitazione. Photoshop! All’epoca non lo conoscevo. C’erano troppe incognite, tante incertezze. Ma come altre volte nel passato, la sfida mi caricava e mi attraeva. Accettai. Acquistai libri sul tema, mi documentai, studiai giorno e notte. Ed entrai in carcere.
Ragazzi omicidi, droga. Pensavo che se avessero scoperto il mio leggero difetto di balbuzie, mi avrebbero deriso. Mi impegnai molto e mi concentrai senza darlo a vedere. Andò benissimo. Fu un lavoro interiore stravolgente. Conquistai la loro fiducia e fui uno di loro. Scoprii che ognuno di loro aveva una storia, un movente, una casualità sfortunata della vita per cui si trovava in quel momento in quella situazione. Ho insegnato tanto, ma ho imparato ancora di più. La vita, la comprensione, la tolleranza, l’amore fraterno. Mangiavo insieme a loro perché non volevano lasciarmi andare. E i secondini me lo permettevano.
Fui orgoglioso di quell’incarico.
Ed ora voglio ricordare Angelo. Uno di loro. Si era sposato, aveva avuto un figlio. E per questo aveva ogni tanto un permesso notturno per tornare a casa. Un mattino non rientrò e per 2 giorni il suo banco nell’aula didattica fu vuoto. Lo cercavano ovunque. Lo ritrovarono in una toilette di un bar, morto. Un regolamento, una vendetta. Qualche giorno prima Angelo mi aveva chiesto di fare una composizione fotografica con degli scatti che mi aveva portato. Attimi di vita suoi, della moglie, del piccolissimo figlio. Gli avevo detto: lo farò quanto prima. Presi un po’ di tempo. Non ne avevo tanto. Morì. Riuscii solo dopo qualche tempo a consegnare il lavoro alla moglie. Ciao Angelo. Da quel giorno non rimando nulla che possa fare subito, specialmente se si tratta di sentimenti.
Commento Uno
Post stupendo. Now you see that when we were young there was truth and all that came away the cuts just leave us bleeding for those repeating all of our past till all of it’s gone all of it’s gone again live again “Live again, Ours
Commento Due
ti voglio bene!
Commento Uno
Post stupendo. Now you see that when we were young there was truth and all that came away the cuts just leave us bleeding for those repeating all of our past till all of it’s gone all of it’s gone again live again “Live again, Ours
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ti voglio bene!