61. 2 giugno 2008 - Fisica e metafisica


[Roma, quartiere ostiense]


Mi capita sempre più spesso di parlare di soluzioni alternative alla medicina. La maggior parte delle volte, si riconduce il fulcro al rilascio del controllo della mente sul corpo. La nostra parte razionale genera la maggior parte dei malesseri della macchina “corpo”. Malattie somatiche “create” dal nostro cervello per condizionarci. Un altro spunto di riflessione: le regole etico sociali “imposte” dalla società, il bisogno di credere in un’entità divina che ci ha “imposto” delle leggi. Tutto al fine di stabilire la migliore architettura di relazioni umane, per creare e mantenere l’ordine sociale della convivenza e condivisione dell’ambiente in cui viviamo.. Ancora altro: la ricerca di metodi alternativi per prendere consapevolezza di se stessi, di “ristabilire il contatto” con la propria intimità, il bisogno intrinseco del metafisico. Il Reiki, il Tao, la Riflessologia, le Costellazioni Familiari, la Numerologia, e via dicendo. Qualunque cosa possa farci stare meglio viene scelto come mezzo per il raggiungimento del proprio benessere psicofisico. Non é mio interesse indicare i metodi e le teorie adatte, non potrei farlo. Lascio il compito agli esperti. Ma voglio proporre la mia riflessione di stamane. A mio parere, non dobbiamo perdere di vista lo scopo più importante dell’essere in vita: “Analisi”. Sì! Analisi. Ma non perdiamo la nostra vita ad analizzare e studiarci con percorsi introspettivi. Piuttosto: VIVIAMO! Occorre vivere. Gustiamo. Giochiamo. Piangiamo. Sorridiamo. Corriamo. Dormiamo. Riposiamo. Contempliamo, Leggiamo. Nuotiamo. Beviamo. Mangiamo. Godiamo. Amiamo. Soprattutto “Amiamo”. Ed apriamo cuore, mente e corpo all’amore. Non è qualunquismo il mio, non sono un predicatore, un uomo di chiesa, un buddista… Percepisco, intorno a me, il bisogno di essere compresi, il bisogno di essere aiutati. Bene. Comprendiamo ed aiutiamo. Apriamo le porte. L’amico è lì fuori, sta aspettando che noi gli apriamo le braccia.

Commento Uno
Questioni alte, profilo basso, approccio da campione… Il solito naturalissimo afflato vitale con cui ci inondi. Un marchio di fabbrica ormai (Sa-brand?). Al riguardo ne avrei da dire. Ma tanto. Quindi si astiene… Si limita solo a sottolineare che prima di tutto ciò di cui parli, prima di tutto l’alternativo, esistevano la salute e la felicità (se mai sono esistite). Avverto una vaga palpitazione di inganno. Capita che il vecchio Piero ogni tanto si indigni per le altrui illusioni (o almeno quelle che a lui sembrano tali). Forse è invidia, forse saggezza. Cercare certezze quando si necessitano solo i dubbi. Cercare una consapevolezza che, forse, ci è stata sottratta per la nostra sopravvivenza. Cercare analisi di fatti auto-evidenti solo che non li vogliamo accettare così come sono (duramente semplici). Non bisognerebbe inseguire un modello che non esiste, una felicità da rotocalchi, una salute che è un tranello verso una tragica vecchiaia. Allora è giusto tendere la mano. Giusto comprendere. Giusto aiutare. A volte. Ma soprattutto, rispettare tutte le scelte. Quelle scomode. Quelle di chi non vuole aiuto, di chi non vuole comprensione. Avrà(ò) i suoi motivi. Potremmo essere tutti fratelli, ma appare più probabile che non sia così! A volte una porta sbarrata è un atto di dignità e di rispetto. Pur non volendo, mi sono dilungato e quindi mi stoppo. Augh!

Commento Saba
Giuseppe, dimostri sempre di più di essere un saggio. Il senso del mio post l’hai e l’avete compreso. Non si può obbligare nessuno ad essere felice, libero e vivere nella democrazia (aiut!!! Bush docet). Ma il mio grido era per l’affanno che ci procuriamo per studiare una vita intera su come stare bene con se stessi e con gli altri. Ma santa patata!, alla fine, saprai come ma non avrai più’ tempo, perché’ intanto il tempo di questa dimensione si è fatto gioco di noi. Disfrutes

Commento Tre
Vedrai che un giorno verrà creato il Ministero della felicità ed essere infelici sarà reato (una volta era disfattismo…). Comunque concordo con contenta codardia come conviene a cotanto costretto convivio. Dream on

Commento Quattro Poco fa sono andata a pescare questo post. Trovo molti punti in comune col mio pensiero, ci rifletto per conoscerti un po’ meglio! Abbraccio soprattutto il pensiero “Amiamo. Ed apriamo cuore, mente e corpo all’amore”. Spesso è come dici tu, si ha un grande bisogno di essere compresi, aiutati… anche solo con un sorriso! Un caro abbraccio!