[Parigi: Tavolozza di un pittore di Montmartre]
Abbiamo aspettato la mezzanotte, nell’attesa della sua nascita. L’abbiamo adorato. Abbiamo cenato la sera della vigilia, in suo onore, tanto da non poterne più, e poi abbiamo buttato giù un po’ di Malox e bicarbonato. Abbiamo scartato i doni che ci ha portato. Abbiamo scambiato “baci abbracci parole intenzioni”, nuovi vestiti, gioielli, accessori, tecnologia, prodotti di bellezza, creme per eliminare le rughe. Siamo sicuri che colui che celebriamo, nelle varie religioni del mondo, avrebbe voluto tutto questo? Sarebbe invece sufficiente un gesto, una carezza, uno sguardo, un sorriso verso il prossimo. E soprattutto occorrerebbe porre fine alle parole. Anche a queste mie parole, che si aggiungono al fiume di vacuità di questi giorni. Ho letto, ho sfogliato un po’ ovunque. Questa mattina ho visitato alcuni blog, con gli occhi ancora gonfi di sonno, nello sforzo di aprirli. Sono perplesso. Dietro le buone intenzioni vedo tanta vanità e tante contraddizioni. Sento tanta ipocrisia. Ditemi che non è così. Buon Natale. Chiunque tu sia!
