[Hamburg]
Mio padre era sul punto di lasciarci. La lucidità del giorno prima. Ci chiama. Chiama tutti noi figli, e ci dice. Telefonate. Chiamate tutti i miei amici. Li voglio salutare. Voglio abbracciarli tutti. Non possiamo papà, non è possibile, non abbiamo tutto questo tempo. Ti assicuriamo che lo faremo. E continueremo a farlo.
Qualche tempo dopo mi trovavo in centro città. Sapevo che mio padre era solito frequentare il bar Trento. Ero al sud, per cui non cercate di capire dove si trova il bar Trento. Entro. Il padrone non mi conosce. Gli dico: sono Sabatino, il figlio di Aldo, il maestro. Mio padre la saluta tanto. Ho continuato a farlo.
Oggi il mio blog mi permette di salutare ancora coloro che non ho potuto raggiungere. Se nel 1994 ci fosse stato almeno questo livello di comunicazione, quel pomeriggio ci saremmo connessi e forse in chat avremmo salutato tutti in un solo momento? Nessuna mestizia, nessuna malinconia. Non l’ho mai avuti, sebbene lui continua a mancarmi, perché sono conscio di ciò che è successo. Ma una sola cosa, adesso, per tutti voi: Tanti saluti da Aldo, il maestro. Mio padre!
Ps: il cuoco di bordo, sulla nave militare, veniva chiamato maestro!
Commento Uno
Se ci fossero stati i blog, non avresti potuto vedere i loro occhi illuminarsi nel ricordo e far crescere il tuo cuore.
Commento Due
un saluto da parte anche di chi , magari da lontano, ricorda ancora. Ciaooooo
Commento Tre
Ggrazie aldo, di aver generato un uomo, così com’è….bello dentro.
Commento Quattro
Solo questa riflessione…. L’essere vissuti significa aver contato per qualcuno. Significa essere stati, per una persona, l’inizio di tutto e la fine di qualche cosa. Un giorno, un’ora, che importa. Si è esistiti per e attraverso un altro.