[Giovane cow sloveno, nei pressi di Idrjia]
Fake. Stiamo attenti a rimbalzare “notizie” dalla rete.
Un mio amico, nel suo blog, aveva riportato una poesia che lo rappresenta tantissimo: Lentamente muore.
E l’ha attribuita a Pablo Neruda.
Gli ho fatto presente che non è stata la prima persona a “scantonare”.
La poesia è di Martha Medeiros, giornalista e scrittrice brasiliana, nata nel 1961.
Lui, l’amico, si dice dispiaciuto dell’errore perché ci tiene molto a citare le fonti.
Ma lui l’ha conosciuta attribuita al grande poeta cileno. In varie occasioni l’ha cercata sul web e sempre ha trovato altre conferme in tal senso.
E dunque? Internet sbagliava, non è divino. Che colpo ricordarselo ogni tanto.
Che sia di ammonimento. Come si propaga la conoscenza, così si propaga l’errore.
Un potente strumento di conoscenza può diventare uno straordinario megafono di menzogna. I mezzi non sono mai buoni o cattivi in assoluto, dipende solo come li si usa.
Tutti dovremmo curare con attenzione la citazione delle fonti. Non è solo un atto dovuto, è anche un modo stupendo di diffondere la conoscenza e la cultura. L’alternativa è la mistificazione che è talmente diffusa da non meritare anche adepti dilettanti.
La cosa più fastidiosa della vicenda è che l’attribuzione errata di questa poesia è stata al centro di una delle fondamentali polemiche della politica nazionale.
Uno dei tanti episodi stucchevoli che vengono analizzati con cura certosina dalla stampa italiana.
Episodio noto: Clemente Mastella (no comment) che dimettendosi da ministro, al Senato della Repubblica Italiana, cita questa poesia, il 24 gennaio 2008.
Purtroppo chiunque si può appropriare delle opere d’arte che amiamo, come impedirlo?
Però quanto fa male!
