72 - Taranto, una gran bella città. – Parte 4 di 4

[Torre sgarrata a Pulsano]

 

Taranto, una gran bella città.
I vari sindaci che si sono succeduti hanno cercato di chiudere l’Ilva. Ma l’azione era fin troppo anti popolare. Sia legalmente che socialmente non hanno potuto far nulla. Il più grande polo siderurgico d’Europa ed il quarto nel mondo (almeno fino ad una decina di anni fa) deve esistere per dare pane e morte ai tarantini. Ed oggi vedo in prima pagina de La Repubblica on line un articolo in cui si parla della denuncia dei bambini delle elementari di Taranto, attraverso i propri disegni, dell’ambiente inquinato dall’Ilva. Nichi Vendola, il Presidente della Regione Puglia, ne ha fatto un libro. Tra le 6 scuole elementari ci sono alcune storiche che conosco per frequentazioni e per collaborazioni. Oggi sono a Trieste. Ma il mio cuore è triste. Piange per la stoltezza dell’uomo, piange per chi è rimasto in quei posti, piange perché ho perso da un po’ di anni l’orgoglio dell’appartenenza. Taranto non mi appartiene più. Ho provato a fare l’imprenditore per dare un mio contributo allo sviluppo del territorio, ma non avevo sufficienti conoscenze “politiche”, o meglio, non ne avevo neanche una. Nel 2001 ho chiuso tutto, in perdita di 50 milioni di lire.
Taranto, una gran bella città.

Commento Uno
Ormai il ricatto continuo per il Sud del mondo (e quindi del sud Italia) è chiaro: Lavoro o salute? Se vuoi lavorare che cosa vuoi che sia un po’ di tumore? Questo sì che è capitalismo intelligente…Sommare al disagio occupazionale il disagio sanitario. Piove sul bagnato! Il presunto sviluppo in realtà crea ulteriore degrado! Compromessi chiamano compromessi. Compromessi chiamano disastri! Progresso, sviluppo sostenibile, compatibilità ambientale…chimere in questa italietta affamata di utili a basso costo. Gli squali sguazzano feroce in cerca delle prede più indifese…Non so dove trovare parole di speranza ma tutti devono farsi un esame di coscienza. Onore a te che ci hai provato e che hai sperimentato la legge suprema che vige da quelle parte: “O con me o contro di me!” Meglio non esserci. Meglio cambiare aria, anche se è una sconfitta (e non ne sono sicuro) è intelligente e dignitosa. Non serve fare gli eroi. Godiamoci il nostro scampolo di tempo