82. Istruzioni per l’uso di Trieste

[Trieste, Faro della Vittoria vista dalla Napoleonica]

Trieste. La considero la mia città, nonostante io sia "talian" (per il triestino doc, che non esiste, il talian è colui che viene dal resto d'Italia, oltre il vecchio confine austriaco di Monfalcone! La considero mia perché in un certo senso raccoglie il meglio delle città che mi hanno accolto lungo il mio percorso della vita. Chi mi segue e mi conosce lo sa. Amo la città a misura d’uomo, amo il verde del Carso, le gole della Val Rosandra, il mare azzurro, la laguna di Grado, l’architettura imperiale ma allo stesso tempo sobria (si, sobria), la passeggiata di Barcola, il canottaggio, la vicina Slovenia, le terme, l’Istria ancora selvaggia, i campi naturisti, amo l’apertura verso gli altri, l’accettazione dello straniero, il “Viva là e po’ bon”, il “capo in B” (caffè macchiato con la schiumetta in bicchiere), il vero spritz, quello bianco, l’aperitivo con cena incorporata, piazza Unità, l’integrazione razziali specialmente coi popoli balcani. Però… C’è un però… C’è sempre il però…Però, per fare gli acquisti DOVETE farli esclusivamente il Martedì, il Mercoledì, il Giovedì e il Venerdì. Solo questi sono i giorni CERTI. Si, Certi! E non solo. è meglio la mattina, dalle 8.30/9.00 alle 12.30. Infatti per tutto l’anno i giorni di lunedì e sabato sono dedicati alla chiusura settimanale, a macchia d’olio, non c’è una regola. Chi il lunedì, chi il sabato. Le macellerie chiudono tutti i pomeriggi tutto l’anno. I fruttivendoli (chiamati “botteghini”) sono chiusi tutti i pomeriggi tranne il sabato. E quando arriva il caldo, la stagione estiva, il pomeriggio non c’è quasi nessuno per strada. Tutto chiuso. Tutti al mare. Ci sono uffici pubblici che si organizzano con l’orario, per far sì che ci si possa ritagliare il pomeriggio al mare. Insomma, una vacanza continua. Il mare qui è vissuto e sentito in modo molto prorompente. Barca, vela, canottaggio, canoa, nuoto, i famosi topolini. Non sapete cosa sono i topolini? Sono semicerchi (emi rotonde) sporgenti lungo il lungomare di Barcola, sono a coppie a mo’ di orecchie di Micky Mouse (Topolino). Sono in pratica la “spiaggia” di Trieste. Qui ne sono orgogliosi. Ecco! Quello che volevo dire l’ho scritto. Perché oggi, lunedì, torno da un giro “inutile” per esercizi commerciali che ho trovato CHIUSO. Sono abbastanza contrariato, capisco e mi adeguo. Io lascerei un cartello appeso alla porta di ingresso con su scritto: CHIUSO per Triestinità.

Commento Uno
Ti ringrazio per l’onestà con cui in poche righe hai dipinto la mia città che poi, ne sono orgoglioso, è diventata anche la tua. ti auguro tutto il bene, Alessandro

Commento Due
”VIVA LA E PO’ BON” io così la sapevo, e penso voglia intendere evviva comunque prendila con legerezza… la vita… cosi te la godi….infatti il vero triestin è un super godereccio e lo si vede proprio dalla forte frequentazione e proliferazione di bar baretti osterie e osmizze e quant’altro fin dai tempi antichi… altro che le colline fiorentine… culla della lingua “doc” e a proposito di lingua…. qua se disi parlar in lingua… parlar forbito… cioè il vano tentativo de noi triestini (ci cado sempre anch’io… anche adesso) di parlare in italiano, partendo spediti e poi immancabilmente discorso correndo… di passare al dialetto triestin come se fosse la cosa più ovvia. noi semo cusì… e ne piasi assai!

Commento Tre
Come la vede il poeta: Ho attraversato tutta la città. Poi ho salita un’erta, popolosa in principio, in là deserta, chiusa da un muricciolo: un cantuccio in cui solo siedo; e mi pare che dove esso termina termini la città. Trieste ha una scontrosa grazia. Se piace, è come un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore; come un amore con gelosia. Da quest’erta ogni chiesa, ogni sua via scopro, se mena all’ingombrata spiaggia, o alla collina cui, sulla sassosa cima, una casa, l’ultima, s’aggrappa. Intorno circola ad ogni cosa un’aria strana, un’aria tormentosa, l’aria natia. La mia città che in ogni parte è viva, ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita pensosa e schiva. Io voglio solo sottolineare una parola: scontrosa…